Descrizione
Fulvio Drigani, nato a Genova, cresciuto a Mantova e laureato in Economia a Milano, ha vissuto molti anni all’estero, lavorando soprattutto nel settore aerospaziale. Ora vive in Italia, a Frascati. Sposato, ha una figlia ormai indipendente e ovviamente un gatto. Il suo primo romanzo, #ColVentoInPoppa, esce nel 2019 arrivando finalista al premio Letterario Città di Como, sezione “Opera Prima”. Nello stesso anno pubblica anche due racconti. Nel 2020 va in stampa “Cercando la mia Itaca”, mentre nel 2022 pubblica “In Presenza del mare”, romanzo che lo riporta a Genova e in Liguria, luoghi indissolubilmente legati alla sua famiglia.
Associazione Culturale Cuba Libri, Asti –
Un destino su misura è un libro che parla di scelte di vita, conflitti emotivi e visioni del mondo contrastanti. Il lettore entra di soppiatto nell’esistenza di Giorgio Ravasi, un ventenne privo di slanci emotivi e di determinazione, opportunista, egoista e manipolatore, e lo osserva destreggiarsi nelle situazioni più disparate con un unico obiettivo davanti a sé: evitare ogni turbamento e mantenere una quiete interiore ed economica. Sua sorella Martina, al contrario, è una ragazza generosa, determinata e che fin dalla maggiore età combatte per il proprio destino e la propria affermazione nella sua famiglia e nella società. Una concatenazione di eventi mostra al lettore i diversi approcci alla vita da parte dei due personaggi e l’effetto che ne consegue sulle persone che hanno intorno.
Un libro ricco di profondi spunti di riflessione, rivolto a ragazzi come noi, ai nostri coetanei. Attraverso il suo sguardo letterario ci spinge a cercare di analizzarli, e analizzarci: abbiamo costruito il nostro “destino su misura”?
L’autore ha il pregio di far emergere tutte insieme quelle contraddizioni che sono l’essenza della società nella quale siamo immersi. Giorgio è sopraffatto da un’indolenza cinica che ne appiattisce le emozioni; il padre si lascia sopraffare dai ricordi di un passato che non c’è più, mentre la madre si dispera per le sorti della famiglia.
Unici eroi sono Martina e Mamadou, suo marito, anche se in un primo momento ci sembrano ingenui e idealisti, vittime perfette di una crisi economica (ma non di ideali) perenne. La loro indipendenza, la loro famiglia è forse una sfida troppo grande per chi non sa guardare al futuro, ma è chino sulla propria dimensione personale.
Con una narrativa semplice e scorrevole, l’autore tratteggia alcune dinamiche familiari in uno scontro generazionale in cui non si salva nessuno: da una parte abbiamo i giovani, ritratti come perditempo e privi di valori, dall’altra abbiamo gli adulti, incapaci di comprendere i loro figli e costruire un rapporto basato sul dialogo e la comprensione.
Un insieme di pregiudizi che si mescolano in un quadro grottesco e ipocrita, di cui Giorgio è massimo interprete. Il grande assente è quel dialogo che forse avrebbe potuto cambiare il loro destino, questa volta fuori misura. Ciò che colpisce di più in questo libro sono la superficialità e il menefreghismo – portati all’estremo per fini narrativi – di alcune persone rispetto a fatti di cronaca della vita reale. Li guardano da lontano, senza sentirsi coinvolti, perché troppo egocentrati.
“Solo i tuoi dolori ti sono vicini. Quelli degli altri, di migliaia di altri, no, sono lontani e attutiti. Forse, a pensarci bene, è normale. Siamo fatti così, noi esseri umani. Sempre io, io, io…”
Nieves Alberruche –
Da anni che non mi trovavo con un libro che mi ha letteralmente obbligato a fare le ore piccole per vedere “que succedeva poi!”
Di una leggerezza supportata da una meticolosa ma discreta e potente struttura, con dei personaggi con fondamento e una trama apparentemente innocua, questa opera ci trascina in realtà, anche specchio per le nostre più recondite riflessioni, che dopo a lettura completata ci viene l’urgente bisogno di sapere: e la prossima opera di Dringanti quando?
Stefano Dussoni –
Buongiorno e un saluto a tutte le potenziali Befane che questa notte dovranno levarsi in volo per accontentare noi pigri stregoni che vi aspettiamo davanti al caminetto …..brandy, pelle d’orso e musica soft!
FULVIO DRIGANI – UN DESTINO SU MISURA
Fulvio è al suo quarto libro ma gli altri erano per un editore differente e vi consiglio di andarli a cercare perchè è un autore dalle mille risorse, e dalle tante esperienze, che non si ripete mai e regala una storia diversa ad ogni capitolo editoriale……non mi onoro ancora di conoscerlo direttamente anche se ci siamo andati vicini un paio di volte grazie ad un collega che poi è suo parente; incrociamo le dita e godiamoci anche la dedica dedicata sulla seconda pagina del volume.
Siamo nella prima periferia di Milano, non quella dei quartieri popolari ma dei comuni limitrofi che hanno ancora una dimensione umana con comunità più limitate numericamente e fatte di piccoli industriali di provincia con la villetta e la “fabbrichetta”; tipica situazione di uno o due decenni fa quando i soldi giravano e il lavoro non mancava.
In questa realtà è calata la famiglia Ravasi, con due figli e un futuro che pare radioso davanti a tutti loro. Giorgio è il principe ereditario del piccolo regno, ha tutte le attenzioni su di lui e non deve pensare praticamente a nulla perchè il destino ha stabilito che non si dovrà sudare niente ma solo aspettare di cogliere i frutti dolci e succosi che stanno maturando.
Martina. la sorella è invece vista come un impiccio e come un’incapace, non dovrà avere nessun ruolo nell’industria di famiglia e dovrà sudarsi tutto il suo possibile benessere, non è osteggiata ma è diciamo, un peso morto agli occhi dei genitori che stravedono solamente per Giorgio; eppure ha una testa e ha voglia di fare ed emergere da quel pantano famigliare.
Il principe invece prende alla lettera il suo destino, è cinico, presuntuoso e svogliato come tutti i predestinati, la tira alle lunghe con lo studio, si impegna solamente per un cellulare o per i soldi, ha la stessa empatia di un blocco di cemento e fondamentalmente non ha altro ideale che mungere la vacca fino in fondo, anche alle estreme conseguenze.
È insomma il perfetto prototipo di una generazione che non ha altri valori che “farsi vedere” ma non ha volontà di sacrificio, non ha sogni (tranne che donne e soldi), non si impegna in nulla tranne per il proprio tornaconto.
…..insomma! che vorrebbe un destino su misura; un po’ come un vestito di buona sartoria.
Un gioco molto pericoloso che un bel giorno probabilmente gliene chiederà il conto con gli interessi…. e saranno dolori!
Un romanzo scorrevole come un fiume che ci porta in un mondo privo di valori e di affetti, un mondo che è molto, ma molto reale e che ha già regalato alle cronache moltissimi cattivi esempi ma che ogni tanto rinfresca la memoria con nuovi tragici protagonisti.